Poiché
questo 2017 sta per concludersi, ho deciso di tirare un po’ le somme sulle mie letture. Come molti altri ho deciso di cimentarmi in
una Top Five dei titoli che ho preferito e che mi hanno lasciato qualcosa… un
segno indelebile. Per questo motivo andrò ad elencare quelle che, per me, sono
state le cinque migliori letture di quest’anno. Se doveste essere interessati a
cos’altro ho letto potete trovarmi su Goodreads cliccando qui, dove, insieme ad altri utenti, si svolgono giornalmente delle challange piuttosto interessanti. Sfortunatamente per me, è stato un
anno di magra e ho letto davvero poco.
Post scriptum: I libri saranno messi in un preciso ordine, ovvero da quello che mi è piaciuto meno (5° posto) a quello che mi è piaciuto di più (1° posto). Con questo non voglio assolutamente sminuire chi è nella quinta posizione o giù di lì. Vi ricordo che è una TOP five, e si tratta comunque dei cinque che mi sono piaciuti di più tra le diverse letture che ho fatto.
Post scriptum: I libri saranno messi in un preciso ordine, ovvero da quello che mi è piaciuto meno (5° posto) a quello che mi è piaciuto di più (1° posto). Con questo non voglio assolutamente sminuire chi è nella quinta posizione o giù di lì. Vi ricordo che è una TOP five, e si tratta comunque dei cinque che mi sono piaciuti di più tra le diverse letture che ho fatto.
Post scriptum II: Seguiranno ovviamente degli spoiler, quindi a meno che non avete
letto questi romanzi vi invito a leggere con ESTREMA CAUTELA. Le parti spoiler
saranno evidenziate in modo tale che possiate saltarle a pié pari. Aggiungo inoltre che ci saranno considerazioni personali, ovviamente. Buona lettura.
5° Posto:
Blocco 11. Il Bambino Nazista di
Piero Degli Antoni
«Questa notte siamo tutti uguali. Non c'è la
legge nazista, qui dentro. Non siamo più obbligati a sopraffarci gli uni con
gli altri per non rischiare di venire bastonati o di essere mandati al camino.
Qui dentro, per questa notte, abbiamo l'occasione di tornare uomini. Siamo tutti
uguali. E quel pane verrà diviso.»
Ambientato
in un campo di concentramento nazista la storia segue le vicende di dieci
detenuti chiusi in isolamento per una notte. La loro fucilazione è prevista
per la mattina successiva. Il motivo? Tre compagni sono riusciti a fuggire dal
campo di concentramento in cui erano rinchiusi, e a pagarne le conseguenze saranno proprio loro. Il
comandante capo però ha in mente qualcosa di ben più sadico. Proprio per questo
motivo sottoporrà i dieci a uno strano gioco: saranno infatti loro a scegliere
chi si salverà dei dieci. Esattamente. Uno di loro avrà salva la vita, mentre i restanti
nove verranno portati al patibolo. Hanno tempo fino all'alba per prendere una
decisione. Se entro quell'ora non verrà dato alcun nome, tutti loro verranno fucilati.
Da questo
momento in poi cominciano a sorgere dei dubbi tra i vari personaggi. Ci saranno accuse,
illazioni ma anche esasperazione, rammarico, spirito di rivolta, solidarietà, razzismo,
accettazione, denegazione. Ognuno avrà la propria da dire su qualcun altro, e
nel corso della storia, poco per volta, verranno svelati tutti i retroscena dei
personaggi. Non sono tutti così puliti come vogliono far credere, tutti hanno
qualcosa da nascondere. Chi si salverà? Ma soprattutto, sono stati scelti in maniera del tutto casuale? O fa tutto parte di un disegno del Kommandant?
*Considerazioni Spoiler*
Ora passiamo a ciò che mi è piaciuto e a cosa no: il romanzo si legge piuttosto
velocemente, ed è davvero ben scritto. Non c'è niente che apprezzi di più di un
romanzo scorrevole, che non si incespichi troppo e non si perda strada facendo.
Oltretutto è un periodo storico che, nonostante la sua crudeltà, mi affascina.
Leggere di storie ambientate durante il periodo nazista o fascista mi aiuta in qualche modo a capire e a non dimenticare cosa possono aver passato i prigionieri di quei tempi. A quanto possa essere stato buio quel periodo storico. Brutale e spietato, privo di qualsiasi morale. Quello che mi è piaciuto decisamente meno è la partita a scacchi. Chi lo ha letto sà di che parlo. Non
vogliatemene, ma credo che levandola letteralmente dal romanzo, il tutto
avrebbe funzionato tranquillamente. Lo stesso comandante avrebbe potuto
tranquillamente ragionare le mosse dei detenuti guardando fuori dalla finestra
e bevendo vino. Il modo in cui i detenuti spariscono di scena e successivamente
le pedine vanno giù mi è suonato un po' artificioso, molto poco naturale. Le stesse riflessioni del comandante mi sono piaciute, ma a parer mio calzavano davvero poco con una partita a scacchi.
4° Posto:
Uomini e Topi di John Steinback
«È un bravo ragazzo. Non c'è bisogno di
troppo cervello per essere un bravo ragazzo. Qualche volta mi pare anzi che il
cervello faccia l'effetto opposto.»
Protagonisti
di questo racconto sono George Milton e Lennie Small, due braccianti girovaghi
che si guadagnano da vivere lavorando di fattoria in fattoria. George Milton è
un uomo minuto, con la parlantina facile, sveglio, ragionevole e alla mano, un
tipo con il quale è facile avere a che fare; all'opposto abbiamo Lennie Small,
il classico gigante buono. Difatti Lennie soffre di un qualche tipo di demenza
che lo porta a non essere molto sveglio, e a combinare spesso dei pasticci. Pasticci in cui caccerà anche il suo compagno di avventure.
Data la sua mole e sbadatezza spesso e volentieri, senza volerlo, arriverà a
uccidere piccoli animaletti quali topolini, conigli o cani semplicemente accarezzandoli. Ma non c'è alcuna
cattiveria nei suoi gesti.
Il romanzo
segue appunto la vicenda di questi due singolari personaggi che, un giorno,
giungeranno in un ranch nel quale conosceranno diverse persone. Tra questi,
due in particolare daranno un forte tono alla storia, portandola poi ad
evolversi per quello che sarà: Curley e la sua provocante e seducente moglie.
*Considerazione Spoiler* In
questo libro di appena 117 pagine non sono riuscito a trovare un solo difetto.
Penso che sia senza dubbio uno dei migliori in assoluto, sebbene sia solo in
quarta posizione. Le vicende si susseguono con un ritmo costante, e via via che
la storia prosegue c'è un continuo crescendo di tensione fino a che non si
arriva al triste epilogo finale. Una storia coi fiocchi. Ci tengo a precisare
che questo è stato il primo libro di Steinback che abbia mai letto, e non posso
dire altro se non: ben vengano gli altri. Una storia di una profonda amicizia. Un sogno che accomuna i due protagonisti, che li spinge a sudare e a faticare senza dire una parola, a denti stretti. E il tutto per veder realizzare il loro sogno più grande: avere una fattoria tutta loro, dove potersi cibare di quello che loro stessi coltivano e allevano.
3° Posto:
Il Vecchio e il Mare di Ernest
Hemingway
«Nessuno dovrebbe mai restar solo, da
vecchio, pensò. Ma è inevitabile.»
Cuba, anni
'50. Conosciamo Santiago, un vecchio pescatore la cui fortuna pare averlo
abbandonato definitivamente. Infatti Santiago, sebbene ogni mattina si rechi a
pescare nella corrente del Golfo, pare non riesca a catturare nemmeno un pesce.
E questo accade da ben 84 giorni di fila. Nonostante ciò l'anziano pescatore
non si perde d'animo e una mattina, in totale solitudine, decide di recarsi a
largo. Questa volta avrà la fortuna di far abboccare un Marlin alla sua lenza,
ben più grande della sua piccola barca ridotta a un colabrodo. Purtroppo per
Santiago il pesce, data la sua mole, lo trascinerà per tre giorni e tre notti.
In questo lasso di tempo l'anziano si troverà a fare profonde riflessioni sulla
vita stessa, su di sé, sulla pesca e sul suo giovane amico Manolin, un ragazzo
che per diverso tempo lo aveva accompagnato in quelle loro battute di pesca ma che, purtroppo, è stato costretto dai genitori ad abbandonare l'anziano pescatore per via della sua incredibile sfortuna.
*Considerazione Spoiler* Di
Hemingway ho letto relativamente poco, considerata la mole di romanzi che ha
scritto. Quelli che mi sono rimasti più impressi, ovviamente, sono Addio alle
Armi, Un posto pulito, illuminato bene e i 49 racconti. Nonostante ciò mi sento
di mettere di un gradino sopra Il Vecchio e il Mare, che ho trovato davvero
profondo e interessante. Un racconto perfetto per chi è alla ricerca di sé, per
chi si pone le classiche domande esistenziali. Per chi ha difficoltà ad andare
avanti e vuole gettare la spugna. Nonostante il triste epilogo del racconto,
questa storia ci insegna a stringere i denti, a non mollare mai. La fortuna c'è
sempre, bisogna solo avere la pazienza di aspettarla.
2° Posto:
Farenheit 451 di Ray Bradbury
«Era una gioia appiccare il fuoco. Era una
gioia speciale vedere le cose divorate, vederle annerite, diverse.»
Siamo in una
città americana non precisata in un tempo non definito.
Sappiamo solo di essere in un futuro dispotico. Un futuro dove leggere è
considerato reato. Dove persino conservare dei libri in casa propria o parlarne
è considerato contro la legge. Questo perché? Perché i libri spingono a riflettere, a
ragionare, a vivere altre vite. A farsi un'idea, a non seguire la massa, a
pensare con la propria testa. Questo ovviamente è un male. Viviamo in un mondo
dove intere pareti vengono sostituite da enormi schermi che trasmettono sempre
le solite cose: serie televisive e show dal dubbio gusto. Programmi di serie Z.
Una civiltà piegata che non è in grado di riflettere, dove il massimo dello
sfarzo che ci si può permettere è avere ben più di due pareti schermo.
Ray Montag è il
protagonista di questo racconto. Fa il pompiere esattamente come lo faceva suo
padre, e anche il padre di suo padre prima di lui. Ma non è un pompiere
convenzionale, che doma gli incendi, che li estingue. Bensì che li appicca.
Quando nella caserma suona un allarme significa che qualcuno è stato
denunciato, e la sua unica colpa è possedere dei libri. In un giorno come tanti
altri, durante una delle solite routine, Montag assiste a qualcosa che lo
segnerà per sempre: nel tentativo di evacuare una casa affinché i suoi colleghi appicchino le fiamme, non riesce a convincere una signora anziana
ad abbandonare l'edificio. La signora preferisce bruciare assieme ai suoi
libri, ai suoi compagni. A coloro che l'hanno aiutata e fatta crescere
spiritualmente. Questo segnerà Montag, che arriverà a chiedersi come mai
arrivare a tanto. Perché spingersi così oltre. Cosa c'è davvero in quei libri? si chiederà.
Così, di volta in volta, Montag comincerà a recuperare dei libri nelle case in
cui sarà richiesto l'intervento dei pompieri, nascondendoli e leggendoli senza farsi vedere. Essere scoperti equivale ad essere arrestati, a sparire. Il
risultato, ovviamente, sarà per lui inaspettato. Comincerà a crescere
spiritualmente, a porsi domande, a riflettere. A pensare.
*Considerazioni Spoiler*
Questo è senza dubbio uno dei miei romanzi preferiti in assoluto. Letto per la
prima volta quest'anno e riletto subito dopo con ancora più attenzione. Alle
medie, più di un decennio fa, ci avevano dato il compito di leggerlo e
riassumerlo, ma come specificato in questo articolo qui non amavo leggere né mi
interessava farlo. Probabilmente se lo avessi letto non avrei colto le infinite
sfaccettature e la profonda critica di Bradbury alla società. Una lettura che
mi pento di aver rimandato per così tanto tempo. Una lettura che mi ha segnato
profondamente, che mi ha fatto chiudere il libro e rimanere a bocca aperta per
mezz’ora. Un vero e proprio diamante. E non ho nemmeno accennato alla figura femminile che porterà il protagonista a vedere tutto in maniera diversa. Una persona che con la sua semplicità e innocenza gli farà aprire gli occhi.
1° Posto:
La Fattoria degli Animali di George
Orwell
«Tutti gli animali sono uguali, tuttavia
alcuni sono più uguali degli altri.»
Siamo in una fattoria. Gli animali, stanchi di servire il
proprio padrone, decidono di ribellarsi all’uomo e di cacciarlo, seguendo il
consiglio di un saggio maiale il cui nome era Vecchio Maggiore. Una volta
ottenuta la libertà tra gli animali nasce una profonda intesa. Sono liberi,
niente più catene. Decidono quindi di gestire la fattoria da sé. Ognuno dà quel
che può secondo le sue possibilità e secondo le proprie capacità. Inizialmente
tutto procede come era previsto. Ogni animale fa quel che può per contribuire
al progresso della fattoria: piantando semi, raccogliendo ortaggi, arando il
terreno… Nonostante ciò, poco per volta, sebbene siano state instaurate delle
leggi proprio per evitare che nessun animale prevalga su alcun altro, le cose
cominciano a cambiare. A gestire la fattoria, sempre più prepotentemente,
saranno i maiali. Impartiranno ordini, promulgheranno accordi con altre fattorie
e altri uomini, decideranno il da farsi, cosa costruire, chi dorme dove, chi mangia
quanto e cosa. Le stesse leggi scritte sul muro della fattoria subiranno delle pesanti
e importanti modifiche. Tutte modifiche che, guarda caso, prediligeranno i
maiali a discapito di qualsiasi altro animale della fattoria.
*Considerazioni spoiler* Questa è in assoluto la lettura
del 2017 che più mi ha colpito. Una volta concluso il libro l’ho letto altre
due volte, tanto mi era rimasto impresso. Tralasciando l’infinità di
riferimenti a fatti storici o avvenimenti realmente accaduti, penso che questo
sia senza ombra di dubbio il romanzo che più mi ha segnato. Dopo averlo
concluso ho avuto come un vuoto dentro, che mi ha portato a non apprezzare come
si deve La svastica sul sole di Philip K. Dick. Non avevo davvero voglia di
leggere altro. Orwell è senza dubbio uno degli scrittori che più è stato capace
di farmi sentire vuoto e al contempo ricco in più occasioni. Con lo stesso 1984
sono arrivato alla fine con un buco al posto del cuore. Un buco dove si sarebbe
potuto buttare di tutto. Il modo in cui si evolve il racconto, il modo in cui
poco per volta i maiali prendono il controllo della fattoria, modificando le
leggi, facendo valere la loro intelligenza e sfruttando l’ignoranza degli altri
animali, adattandosi al potere, diventando come l’uomo. E quel diventare è la
parola chiave, poiché nelle battute finali del romanzo i maiali diventeranno
ben più simili all’uomo di quanto non possano essere: imparando a camminare su
due zampe. Una cosa non facile, non naturale, ma che gli riesce quasi alla
perfezione. Che gli riesce abbastanza bene da far impallidire tutti. Da far
impallidire me, che mi immaginavo la scena e quasi avevo i brividi. Leggetelo.
Mi auguro con tutto il cuore che possa trasmettervi ogni singola emozione che
ho provato anche io. Sì, vuoto dell’anima e angoscia compresa. D’altronde se un
romanzo ti fa provare questo genere di emozioni, o un’emozione qualsiasi, è
perfetto.
Questa che avete visto è la mia personale Top Five. Come
detto poco sopra ho letto veramente poco quest’anno, solamente una ventina di
libri. E i motivi sono svariati, ma questo non è il momento né il luogo per
parlarne. Tantomeno vorrei annoiarvi con i miei problemi.
Sono felice che siate
arrivati fino a questo punto. Chiederei a chiunque sia arrivato fino in fondo
di lasciare un commento sulla sua personale top five. O se magari vuole dire la
sua riguardo alla mia o lasciarmi il link della sua. Sono sempre alla ricerca di nuovi titoli da leggere, e
queste situazioni sono perfette per segnarsi nuovi titoli o autori.